Nella casa dei nonni ci tornavo puntualmente ogni estate e vivevo i bei giorni di sole nella valle del Montefeltro, una zona immersa nei boschi con cime montuose e ripidi pendii, arricchita da rocche e borghi medievali testimonianze di storie antiche.
Da oltre mezzo secolo il plico di alcune lettere che mio zio Mario scrisse ai suoi genitori, raccolte in una grande busta a quadretti marca Pigna, erano nel cassetto dell’antico tavolo di legno della sala.
Tante volte le avevo aperte e poi richiuse, soffermandomi sulle foto in bianco e nero ingiallite dal tempo e sulle cartoline che aveva inviato a casa, testimonianza dei suoi viaggi e delle sue scelte di vita.
Lo zio Mario, fratello della mamma, aveva studiato in seminario per diventare prete ed aveva seguito questa sua esperienza vocazionale mettendosi in cammino per la sua missione.
Dopo alcuni anni trascorsi in Kenia, fu poi trasferito negli Stati Uniti e lì si stabilì rimanendo fino alla sua morte.
Trentun lettere spedite dal 1957 al 1973 spedite dal Kenia, dagli Stati Uniti e una dall’Equador, nelle quali raccontava del suo lavoro come prete nelle varie Missioni Cattoliche dove veniva mandato ma anche di avvenimenti sociali, climatici, politici o di cronaca che avvenivano in quegli anni nei luoghi in cui lui si trovava.